La storia

Lo spirito allegro ed il bisogno di allegria, colore e musica dei fassani ha reso possibile la formazione già negli anni venti del secolo scorso (1920) di diversi gruppi di persone che senza essere vincolati da obblighi o statuti si vestivano col costume “all’antica” con uno sbandieratore che portava lo stendardo dei sette colori; bandiera che un tempo portava cinque colori, quelli delle rispettive regole della comunità di Fassa, ed in seguito sette colori come i rispettivi comuni fassani.

Nonostante questa voglia di unirsi in gruppo, la povertà e le fatiche del quotidiano a quei tempi non permisero la fondazione vera e propria di un gruppo folcloristico anche perché allora le tradizioni e il bel costume ladino, che in quella versione ben pochi ancor possedevano, non sembravano in pericolo d’estinzione, ma più che vive nel cuore di tutti i fassani.

Tuttavia la guerra e i tempi duri che seguirono la seconda guerra mondiale distrussero (almeno così sembrava) quella ricchezza culturale di riti e tradizioni varie, musica e balli che la Grande Guerra (prima guerra mondiale) non era riuscita a portare con sè.

È da questo bisogno di tenere duro, di mantenere le proprie tradizioni, di restare fedeli allo spirito gaio e allegro di questi fassani, provati dalle sofferenze della guerra, che nasceva il primo piccolo gruppo folcloristico in quel bel paesino che è la frazione di Gries presso Canazei.

Questo piccolo gruppo era composto da gente di Canazei e Gries, i costumi erano possesso dei componenti stessi o presi in prestito da qualche fassano che aveva saputo mantenerli intatti nel corso dei secoli.

Ufficialmente questo gruppo nasce nei primi anni cinquanta capeggiato da “Tita Piasech” di Gries, ma probabilmente secondo alcune foto trovate in qualche casa fassana, questa gente si univa in gruppo anche prima della guerra.

I membri allora erano (vedi foto sopra): Gigio da Molin, Luigia Piasega, Maria de Ciciòl, Giovanino da Poza, Rosa de Cercenà, Mondo de Zerilo, Cornelio del Lip, Angela del Grisc, Gigio del Grisc, Tita Piasech.

Col passare degl’anni questo piccolo gruppo aumentava sempre di più e a un certo punto don Mazzel, presidente dell’ “Union di Ladins de Fascia e Moena” pensò di regolarizzare la fondazione del gruppo magari con la creazione di uno statuto, e di una cassa. In qualità di presidente dell’Union di Ladins pensò bene di legalizzare il tutto!

Nei primi anni 60 anche ad Alba e Penìa la gente, abituata da anni a portare il loro bel costume in occasione di feste e cerimonie, abituata a organizzare mascherate e a ballare a tempo di musica ladina, pensò di unirsi e fondare un gruppo folcloristico, sempre col fine di mantenere ciò che poteva andare perso a causa del costante progresso.

Il 27 di settembre del 1962, il signor Giuseppe Iori (Bepin de Mita), su consiglio di don Mazzel e di solleciti da parte dell’Azienda di promozione turistica mandò una domanda scritta all’Enal (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori) per la sezione arte e spettacolo con in allegato un assegno di 9.500 Lire, per l’iscrizione a suddetto ente.

L’ENAL si sarebbe occupato di informare il capogruppo dove e quando si sarebbero tenute feste e raduni folcloristici in Italia e di comunicare l’eventuale adesione del gruppo.

I membri di questo gruppo al momento della fondazione erano: Iori Giuseppe (capogruppo), Iori Cesare, Iori Evelina, Valeruz Antonietta (vice-capogruppo), Soraruf Francesco, Soraruf Giuliana, Dantone Maria Teresa, Dellantonio Mario, Cavulli Roberto, Soraperra Maddalena, Dantone Lorenzo, Dantone Agnese, Iori Guido, Valeruz Eligio, Salvador Giulia, Iori Riccardo, Lorenz Stefania, Dantone Maria de Paul.

Dal 1962 in poi, per alcuni alcuni anni esistevano due gruppi folcloristici, quello di Alba-Penìa chiamato “Marmolèda” e quello di Canazei-Gries. Un anno dopo la fondazione Bepin de Mita fece domanda di contributi; secondo uno scritto il gruppo mancava di almeno quattro costumi maschili e quattro femminili. Il gruppo composto da 25-28 elementi necessitava anche di uno stendardo nazionale, d’obbligo nelle manifestazioni folcloristiche.

Nel frattempo anche il gruppo di Canazei era in possesso di alcuni costumi; Don Mazzel aveva raccolto e fatto sistemare tutti i costumi che trovava nelle varie case fassane e che gli vevivano messi a disposizione. Colui che aveva il gravoso compito di preoccuparsi dei costumi era Carlo Zulian, chiamato “Carleto sartor”, originario di Soraga e sposato a Canazei, il quale, per combinazione, faceva il sarto di professione.

Carleto a quei tempi (1962) era anche capogruppo a Canazei. Don Mazzel voleva che ci fosse un capogruppo per ogni paese, ciò non avrebbe tuttavia dovuto limitare i componenti a ballare in un gruppo soltanto, bensì sarebbero stati liberi di ballare anche con il gruppo del paese vicino.

Don Mazzel sognava una fusione dei due gruppi con il nome di “Grop de folclor auta Fascia”, ma come scrisse anche al ragionier Barletta, direttore dell’Enal di Trento, “i tempi non sono ancora maturi”…..

Di quegl’anni sessanta merita senz’altro un ricordo la festa del Congresso dei Ladini a Bolzano, quando l’Enal di Bolzano mandò una lettera di invito ai due capogruppo ed anche al capogruppo di Campitello, Cipriano Bernard, ballerino entusiasta, che successivamente si unì al gruppo di Alba ed a quello di Canazei per insegnare loro dei balli e delle figure a lui note.

Quando i comitati organizzatori lo permettevano anche un gruppo di maschere faceva da capolino al gruppo e senza cimentarsi in troppe danze, erano testimoni di una serie di tradizioni particolari legate al Carnevale, unico periodo dell’anno nel quale era concesso ballare e divertirsi.

Altre manifestazioni che meritano di essere ricordate, sono quelle di Dro, in trentino e quella di Zofingen in Svizzera, quando i fassani si meritarono una foto con rispettivo articolo sui giornali.

I rapporti fra i capigruppo dei due gruppi erano sempre più tesi, tuttavia la tendenza era quella di evitare ogni “malinteso” per il bene del gruppo e l’amore delle tradizioni che in nessun caso si potevano perdere a causa di problemi personali …
Nel frattempo la direzione di Canazei passava nelle mani di Amadio Micheluzzi …

Al 30 agosto del 1965 tutti uniti per il bene del mantenimento culturale, i capigruppo dei singoli gruppi da ballo, spinti dall’Union di Ladins de Fascia e Moena e in presenza del direttore dell’Enal di Trento, signor ragionier Barletta, vollero preparare un contratto di fusione ufficiale.

Purtroppo i capigruppo di Canazei e Gries non erano d’accordo e non vedevano di buon occhio una eventuale fusione, quindi non firmarono il contratto.

Bepin de Mita, nonostante tutto ciò, era sempre più convinto che una fusione avrebbe risolto i problemi di organico e forse avrebbe aiutato a rimarginare antiche “ferite” e riallacciato qualche contatto fra i componenti del gruppo …

Purtroppo le sue erano solo fantasie, il gruppo di Canazei degl’anni successivi si sciolse e i ballerini desiderosi di ballare spesso partecipavano a feste folcloristiche assieme al gruppo di Alba.

Dopo l’improvvisa morte di Bepin, fu Giacinto Micheluzzi a prendere in mano la situazione e capeggiò il gruppo per gli anni che seguirono. Nei primi anni ’70 Giacinto Micheluzzi venne a mancare e fu Guido Iori de Berghin a prendere in mano le redini del gruppo e deciderne le sorti.

Fu proprio Guido ad insistere presso gli ex-componenti del Gruppo di Canazei, affinché venissero a ballare a Alba.
Dal ’74 in poi sotto la guida di Guido Iori i due gruppi intrapresero la stessa strada e finalmente si ebbe la tanto desiderata “fusione”; nacque così ufficialmente il Gruppo folcloristico Dèlba, Penìa, Cianacei e Gries.

Il gruppo folcloristico dall’atto di fusione ufficiale in poi non si è mai più diviso e neppure smembrato in maniera da comprometterne l’esistenza.

Dal ’90 in poi Stefano Bernard guida e coordina 40 elementi con un sottile “savoir faire” tipico del politico nato.
Stefano è stato sicuramente capace di accontentare tutti e a evitare eventuali screzi.

Da ormai dieci anni le prove di ballo presso la sede di Penìa sono cosa sicura!

Il gruppo in questi anni ha vivacizzato ed animato le feste di paese, le ricorrenze religiose e quelle turistiche, presenzia a balli e incontri folcloristici internazionali come il ballo al “Kursaal” di Merano, gli incontri e balli a Jenbach in Austria, a Salzburg per la festa internazionale dei gruppi folcloristici e bandistici, durante la quale riesce sempre a riservarsi un posticino ed una fotografia nei giornali locali.

Nel 2000 a Praga ha presenziato ad un incontro internazionale perché occorreva fissare nuovi traguardi ed affrontare esperienze su base internazionale per farsi conoscere.

Nel corso del 2002 il gruppo ha partecipato a una tournee in America, in collaborazione con l’Istituto Culturale Ladino di Fassa e l’Università Hopkins di Baltimora (USA), toccando le città di Washington e New York.
Nel 2003 il gruppo ha preso parte, oltre a varie manifestazioni regionali, anche ad un raduno folcloristico internazionale in Brasile, a Porto Allegre, assieme a rappresentanti di altre 23 nazioni.

Il 2004 è l’anno in cui il gruppo ha cambiato nome abbreviandolo in “Gruppo Folcloristico Canazei”, così da rappresentare tutte le 4 frazioni del Comune.

Di gran importanza per il futuro è senza dubbio la massiccia presenza di giovani nel gruppo, entusiasti di ballare e essere ladini.
Il futuro del gruppo è nelle loro mani e … come dice il past president Bernard … forse, perché no, anche nei loro piedi!!

Dal 2013 ad oggi il presidente del gruppo è Ingrid Iori, che con entusiasmo coordina ballerini e musicisti.

Non mancano certamente i contatti con altri gruppi ladini: Gardena, Badia, Fodom e Ampezzo, per misurarsi a vicenda, imparare nuove figure, conoscere diverse opinioni, per avvicinarsi alla cultura ladina.

Testo tratto dal libro “N bal lènch 50 egn” di Claudia Conta

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